La nostra storia
Tra 1848 e 1867 al Caffè Michelangiolo dell’allora Via Larga (oggi Cavour) iniziarono a confluire pittori e scultori da tutte le parti d’Italia, spinti dal rifiuto dell’insegnamento accademico che veniva loro erogato nella vicina Accademia di Piazza San Marco. Qui trovarono ed entrarono in contatto con cospiratori risorgimentali, anarchici, carbonari e personalità antigranducali. È chiaro che in un ambiente così apertamente partigiano, «Arte e politica, nella città dei pittori, non potevano andar divise». Da questo connubio nasce il movimento macchiaiolo.
Per la storia del Caffè Michelangiolo vi suggeriamo:
- Telemaco Signorini (a cura di), Caricaturisti e caricaturati al Caffè Michelangiolo, Firenze, Civelli, 1893 – SCARICA
- Piero Bargellini, Caffè Michelangiolo ritrovo di patriotti e d’artisti, in Id., Caffè Michelangiolo, Firenze, Vallecchi Editore, 1944, pp. 161–209.
- Aldo Fiordelli (a cura di), Caffè Michelangiolo. La culla dei macchiaioli, Firenze, Nuova Toscana Editrice, 2005.
- Fabrizio Misuri (a cura di), Artisti al caffè. Cronache di pittori moderni, Firenze, Polistampa, 2006.
- Teresa Spignoli (a cura di), Caffè letterari a Firenze, Firenze, Polistampa, 2011.
- Gabriele Niccolai, Francesca Bertini, Andrea Del Carria (a cura di), Storie di Caffè. Ricordi del Caffè Michelangiolo, Firenze, Firenze Libri, 2014.

(Firenze, Archivio storico della Società delle Belle Arti)

Noi e il Caffè Michelangiolo
Nel 2014, per puro caso, siamo entrati in quello che fu il Caffè Michelangiolo: era ridotto a bar disabitato, annesso a un “museo” di macchine progettate da Leonardo da Vinci: ciò che si dice “museo trash”, al pari dei vari musei delle illusioni e dei selfie che fioriscono come funghi in molti edifici storici del centro di Firenze. Oggi il museo si è spostato due strade più avanti (portandosi dietro il suo armamentario ligneo di martelli a camme, alianti che non volano e pompe idrauliche senz’acqua) e il palazzo che ospita il Caffè diventerà l’ennesimo hotel di lusso.
Abbiamo quindi deciso di salvare almeno la memoria del Caffè Michelangiolo per portare avanti un modo di vedere il mondo lucido e fuori dagli schemi imposti. Lo abbiamo fatto in quanto storici dell’arte che assumono una postura critica ben precisa da cui poter gettare uno sguardo alla realtà che ci circonda.
Lo facciamo perché ci siamo innamorati di quegli artisti rivoluzionari e polemici. Approfondire le loro vite e le loro opere ci ha fatto scoprire una narrazione che ha molto di più da raccontare di quella che viene ripetuta nelle numerosissime mostre pacchetto che portano i macchiaioli in giro per l’Italia.
La rivista si chiama Noi Caffè Michelangiolo, perché siamo Noi, un gruppo di storici dell’arte che, tra le pagine della rivista, come nello spazio di un Caffè, discutono di cosa succede intorno a loro perché amiamo la vita e ci permettiamo di polemizzare ciò che la nasconde.
Biblioteca
La storia del Caffè Michelangiolo è fatta anche di libri. Nel 2014 fu la lettura di Caffè Michelangiolo di Piero Bargellini a dare il via a tutto: trovato abbandonato su uno scaffale polveroso di un Caffè che apparve davanti a noi come un bar-magazzino. Per questo motivo, il Caffè ha iniziato a collezionare e raccogliere volumi sui macchiaioli, sul panorama artistico dell’Ottocento italiano, testi di critica e cataloghi di mostre destinati alla consultazione di chi ne fa domanda per motivi di studio. I testi vengono forniti scansionati in formato pdf. Ad oggi la biblioteca conta circa 100 testi sui macchiaioli, 200 saggi e 250 cataloghi, nonché una piccola raccolta de Il Lampione.
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Oltre alla raccolta di libri e cataloghi, il Caffè ha pubblicato per proprio conto, e/o in collaborazioni con altre istituzioni, raccolte di poesie, volumi, libri d’artista, cataloghi. Le pubblicazioni sono disponibili in formato pdf e scaricabili gratuitamente nella sezione dedicata del sito.






